venerdì 23 marzo 2012

Dilaga la sindrome di Fonzie in Bersani e nel PD: "solo colpa delle destre europee se siamo nel baratro"


Ecco un Pierluigi Bersani, più atletico che mai, capace di arrampicarsi sulle ripide pareti di quella ormai insormontabile sfiducia che il PD è stato capace di costruire nel partito e tra i suoi elettori. Un tentativo di scalata che urge per ricompattare quell’idea di sinistra italiana che da troppo tempo ormai annaspa in alto mare. La valanga di menzogne raccontate agli italiani sulle riforme che il governo Berlusconi voleva attuare, li ha travolti ora che il governo tecnico le ha finalmente attuate con il loro consenso.
Eppure, non contenti, si ripetono nella trama riversando sull’antico nemico le colpe per aver loro stessi dovuto oggi accettare cambiamenti e modifiche sul lavoro, sulle pensioni e sulle grandi opere come la TAV, che per 15 anni hanno negato, combattuto e rifiutato senza se e senza ma. Anch’io come Bersani sento che il tentativo di accorciare la memoria è in atto, state certi che nessuno dimenticherà l’uccisione di Marco Biagi che voleva una riforma del lavoro che oggi è legge, una morte causata per l’irresponsabilità di una parte sindacale e politica, che  altro non voleva che abbattere l’avversario per poterla attuare essa stessa. Non dimenticheremo le partecipazioni della sinistra italiana prima con i no global e poi tra i no TAV, oggi abbandonati al loro destino, sedotti per essere usati per scopi del tutto differenti, giovani forgiati da una pessima politica per un solo obbiettivo: abbattere il nemico. E per finire, non dimenticheremo le crociate contro Tremonti per finanziarie che a confronto a quelle del Professor Monti, sottoscritte anche dal PD, sembrano oggi delle allegre scampagnate. Coloro che da sempre si sentono la razza superiore, dovrebbero finalmente ammettere i loro errori, se realmente intendono ricostruire un partito capace di vincere e governare. Se credono di non essere responsabili per quel muro di gomma che abbiamo dovuto assistere per 15 anni, sappiano che si sbagliano e che non dimenticheremo. Le responsabilità sono cadute non solo su chi ha governato ma anche e soprattutto in chi stava all’opposizione e che per scopi del tutto incomprensibili, ha bloccato il paese per un decennio ritrovandosi ora a dover accettare riforme traumatiche. Credere di poter convincere gli elettori raccontando la storiella di una destra europea unica responsabile del baratro, senza mai ammettere un minimo di responsabilità su un modo di fare politica lontana da linguaggi seri e coerenti, e da vecchie convinzioni errate oggi ribaltate all’interno del PD stesso, non credo possa giovare alla sinistra italiana del prossimo futuro e alla politica stessa.

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