lunedì 16 novembre 2020

Giuseppe Conte e l'infelice frase: "il Natale in tanti non viene bene", se lo dice il Presidente

Mi piacerebbe chiedere a Giuseppe Conte dei sui raccoglimenti spirituali il giorno di Natale in famiglia nella sua amata Puglia. “Natale momento di raccoglimento spirituale” afferma in un video “ in tanti non viene bene” conclude. Questa sua affermazione, fatta durante la tre giorni della Cgil Futura, ha un non so che di beffardo. Non riesco a credere che questo lo abbia potuto dire un pugliese, uno che conosce molto bene il significato di Natale in meridione. Ma probabilmente il nostro bel Conte, così raffinato, elegante, e forse un po' snob, i suoi Natali li passa tristemente a tavola con due o al massimo tre persone, forse quattro. Perché questa importante festa che tra i pugliesi esplode in fuochi d'artificio il giorno della vigilia e il giorno dopo e quello dopo ancora in cui solo per preparare il fritto misto si impegnano la mamma, la zia, la sorella e l'altra zia, in cui i bambini superano per numero quello degli adulti e tra fratelli, sorelle, nonni e consorti se ne contano non meno di una trentina se va bene, a lui non piace fatta così e forse un po' se ne vergogna ora che ha una reputazione da difendere. Già, perché il terrone che c'è in lui vuole essere domato in nome dell'eleganza che una posizione come la sua richiede. E allora, per convincersi, arriva a pronunciare quelle parole che di fatto rinnegano le sue stesse origini e con esse la cultura e le sue stesse qualità che lo hanno portato a diventare Presidente del Consiglio.
Povero Conte, pur di nascondere i suoi errori e quelli del governo in fatto di organizzazione e gestione della pandemia; sui pochi posti letto aggiunti durante la tregua in terapia intensiva, sulle misere attrezzature date in dotazione a medici e infermieri e sulla totale impreparazione in gennaio quando era chiaro che sarebbe presto arrivato il virus, cause che ci hanno portato nella situazione in cui ci troviamo, pur di nascondere tutto questo dicevo, , arriva a rinnegare pure il Natale come occasione di ospitalità e di raccoglimento di tutta la famiglia continuando di fatto a riversare la colpa solo sul popolo. Sul distanziamento sociale non mantenuto, sulle mascherine, sulla movida e ora sul Natale dove è arrivato a rinnegare addirittura le sue usanze, le sue origini pretendendo che il popolo faccia lo stesso. Pena la responsabilità.
La chiesa dovrebbe intervenire e insegnare lui come riesce a rendere una messa con decine e decine di fedeli un momento spirituale e di raccoglimento bello senza essere necessariamente in pochi. 
Dovrebbe istruirlo sul fatto che il messaggio di Natale è che noi tutti non siamo mai soli, che è il giorno in cui si accende il fuoco dell'ospitalità in casa e la cordiale fiamma della carità nel cuore, che a Natale non importa cosa trovi sotto l'albero ma chi ci trovi intorno.
E invece, quello di cui più si preoccupa il Conte oggi è di cosa dovresti trovarci sotto l'albero e non intorno: i regali e dunque l'economia e il consumismo. Che per carità, mai come ora ne abbiamo bisogno, ma il rischio di trasformare una festa di raccoglimento e spiritualità solo in un carrozzone consumistico in cui i partecipanti si vedranno costretti a farsi gli auguri in teleconferenza e ricevere  regali acquistati su Amazon e spediti con il corriere magari vestito da Babbo Natale, è alle porte.
Ora, capisco la difficile situazione in cui ci troviamo e non avrei infierito sulle responsabilità se Conte non avesse fatto lo stesso nei confronti dei cittadini ma, mi chiedo, e chiedo al Presidente del Consiglio, non sarebbe bastato dire che per quanto il Natale sia un momento e un'occasione unica per ritrovarci tutti insieme è opportuno da parte nostra un ennesimo sforzo e invitare i cittadini solo a non creare pericolosi assembramenti alla cena di Natale e durante tutto il periodo festivo? Senza aggiungere altro. Risparmiandosi così quell'infelice battuta e ottenendo comunque il risultato sperato. Ma forse il suo obbiettivo era un altro e a qualcuno ancora sfugge.
CPB