martedì 27 giugno 2017

SAN SIRO (CO): negligenze in Provincia e affare Greno Power

Mi ero ripromesso di non tornare più sull’argomento strada Breglia-Carcente, poiché tutto era stato svelato e il cittadino informato di quanto stava accadendo a riguardo. 
Inoltre avevo volontariamente evitato di parlare della società Greno Power e del progetto di captazione acque del Greno per la rimessa in funzione dell’antica centrale idroelettrica in disuso da anni. Ma vivere a occhi aperti, in questo splendido territorio, è anche una condanna per chi da sempre pone al primo posto la salvaguardia dell’ambiente e l’interesse proprio della pluralità degli individui.  Potrei chiudere gli occhi come preferiscono fare in molti, oppure difendermi e difendere con l’unica arma che possiedo: la parola. Decido per la seconda opzione.
Certo, non è molto e nulla può contro le autorizzazioni, le concessioni e i provvedimenti che pare cadano dal cielo come pioggia radioattiva, eppure io difendo, e parlo e scrivo e denuncio azioni perpetrate da Tizio e Caio nei confronti dell’ambiente e dei cittadini. 
E’ solo un modo per sottrarre il mio nome alle zozze storie di abusi di questo paese? Forse. Chi non si oppone è complice.
La storia che sto per raccontarvi è certamente una delle tante che affligge l’Italia, la Lombardia e nel caso specifico il lago di Como. Luogo incantato, dai mille torrenti che in lui si riversano da millenni dando origine a uno degli spettacoli più belli al mondo.  Eppure, della bellezza, c’è chi se ne frega. Forse perché incapace di riconoscerne la forza e la capacità che ha nel rigenerare l’uomo e restituire sempre un equilibrio tra lui e l’ambiente, perchè osserva con occhi torbidi:
Se contemplo un bosco che intendo acquistare, affittare o ipotecare, in cui voglio far legna o andare a caccia, io non vedo il bosco ma solo le sue relazioni con il mio volere, con i miei piani, con le mie preoccupazioni e il mio protafoglio. Ma se non me ne aspetto alcunché, se mi limito a guardare spensieratamente nella sua verde profondità, ecco che esso è il bosco, è natura è creazione vegetale, è bello.
Hermann Hesse da Il mio credo
Questa è la prima e vera risorsa di un territorio!
Bisognerebbe farlo sapere anche alla responsabile Servizio Risorse Territoriali della Provincia di Como che pare ami concedere autorizzazioni per la captazione e derivazione dell’acqua per uso idroelettrico per ogni richiesta senza troppa attenzione. E non mi riferisco solo a doverose perlustrazioni accurate del luogo per costatare una fattibilità geologica conforme. Ci si può fermare molto prima per accorgersi con quanta superficialità si redigono atti, pubblicazioni e concessioni in quegli uffici.
Per farvi un esempio, sempre riguardo al Greno, voglio riportare qui parte della pubblicazione fatta dalla Provincia sul bollettino ufficiale di mercoledì 25 gennaio 2012.
Il bollettino (scaricatevi il PDF se vi va) rende noto che:

La dott. sa Paola Bassoli, responsabile del Servizio Risorse Territoriali
(Settore Ecologia e Ambiente) della Provincia di Como,
Autorità competente per l’istruttoria e il rilascio del provvedimento
di concessione,
RENDE NOTO
che la sig.ra Tania Garbo (c.f. TNA79R60L319W) ha presentato
domanda il 18 maggio 2011, integrata il 10 novembre 2011,
rispettivamente agli atti prot. n. 25221 e n. 49938, per ottenere la
concessione di derivazione di acqua, ad uso idroelettrico, dal
torrente Greno in comune di San Siro (CO).

Sembrerebbe tutto regolare sennonché, a una più accurata attenzione, ci si accorge dell’inesistenza della signora Tania Garbo. La risposta sta tutta nel codice fiscale che presenta 13 caratteri invece che 16 come dovrebbe avere. Chi è dunque questa Tania Garbo, privata cittadina, che prima della Greno Power fa una simile richiesta? Si tratta di un errore o che cosa?
Questo per mettervi al corrente che forse alla Provincia i controlli sulle domande e pubblicazioni sembrano zoppicare, figuratevi su tutto il resto. Insomma: responsabili irresponsabili? E intanto i lupi ballano ottenendo concessioni facili e scarse di controlli.
E’ il caso di Greno Power, società a responsabilità limitata che tra i soci fondatori vede niente meno che sindaco e vice sindaco del comune di San Siro (CO). Società nata per l’occasione chiamata energia rinnovabile. Società che, dopo aver espropriato i terreni ai cittadini di San Siro (senza preavviso alcuno), con l’approvazione di una Provincia distratta e aver ottenuto tutti i benefici (e parlo di certificati verdi, finanziamenti e via dicendo) che il sigillo dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell’opera permette (decreto n° 25 del 30 ottobre 2015), società, dicevo, che dopo aver fatto tutto questo, senza pudore alcuno, i soci fondatori decidono di vendere ad acquirenti che si ritrovano tra le mani il pacchetto completo bello e pronto.  Direi un buon affare per la Greno Power, un po’ meno per i cittadini che hanno creduto al loro sindaco e che forse continuano a farlo.
E non ho alcuna intenzione di star qui ora a raccontarvi delle complicazioni ecologiche e ambientali che centinaia di piccole centrali possono favorire sul territorio, della scarsa potenza di kilowatt che riescono a produrre e dell’irrisoria percentuale dei proventi destinata al comune. Ne ho già fatto cenno in un precedente articolo sulla centrale che la Rinnovabili Service s.r.l andrà ad attivare a Cremia, a pochi chilometri da San Siro.
Ma torniamo a San Siro, appunto. Dopo tutte queste belle parole vi starete chiedendo cosa c’entra la Breglia-Carcente in tutto questo, tragedia locale (e non solo) che ho volutamente citato all’incipit dell’articolo.
Forse nulla, ma non tutti sanno che quella bella e nuova strada, fortemente voluta dai sindaci dei comuni coinvolti, attraversa terreni adiacenti alla futura centrale. Una casualità? Lo lascio decidere a voi.

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