giovedì 28 gennaio 2016

Saronno: sportello immigrazione chiuso. E' polemica. E se avessimo soppresso un'ombra razziale?



Sulla polemica dello sportello immigrazione chiuso nel comune di Saronno, i ciechi furori ideologici di chi criminalizza una scelta a mio parere giusta non sono mancati. Tutto sommato comprensibili, considerato il tema delicato su cui si è intervenuti.
Il fatto è che il più delle volte gli antagonisti, o coloro che si rispecchiano in tale figura, pur di opporsi alle scelte di chi amministra la città, si perdono in punti di vista e prospettive chiuse e recintate su terreni, oserei dire, stagnanti.
Prendiamo ad esempio Attac di Saronno, Centro d’incontro e Centro recupero Arti e Mestieri. Un’organizzazione che poco ha a che fare con il tema immigrazione ma che ama contestare, per mezzo dei suoi comunicati, le scelte di chi amministra la città. Lo faceva in passato con il sindaco Porro e lo fa oggi con il sindaco Fagioli. 
Vi ho appena illustrato il lato positivo di quest’organizzazione. Quello negativo, secondo il mio modesto parere, è l’irrazionalità. Almeno per quanta riguarda l’articolo apparso su Il Saronno di giovedì 28 gennaio dal titolo “Con furore ideologico si copre la mancanza di idee”.
Ho paura che le vere vittime di furori ideologici siano proprio quelli di Attac.
L'articolo esordisce con questo incipit: “E così chi governa Saronno ha deciso di chiudere l’Ufficio Immigrazione del Comune. Secondo l’assessore Tosi, era “discriminatorio”. Secondo lui, chi ne usufruiva – cioè gli stranieri regolarmente residenti a Saronno – avrebbe avuto una sorta di “corsia preferenziale” ai servizi da esso erogati.
Falso, o almeno in parte. Le parole dell’assessore Gianangelo Tosi, che potete leggere sull’articolo uscito il 15 gennaio 2016 su Libero, son ben altre. Tra l’altro, il titolo del qui detto articolo riporta egli stesso una falsità (La scelta di Saronno. Discrimina gli Italiani. Chiuso lo sportello immigrati), poiché quelle affermazioni, che appartengono non all’assessore Tosi bensì al capogruppo della Lega Nord Angelo Veronesi, furono fatte nel 2011. Ben lontano dai giorni nostri dunque. Ma per accorgersi di ciò bisognerebbe leggere tutto l’articolo e non soffermarsi solo sui titoli. Ma questa è un'altra storia.
Supponiamo però che sia una delle motivazioni: a me non risulta in questo modo siano negati i servizi minimi agli immigrati, a meno che la corsia preferenziale, come ama definirla il capogruppo della Lega Nord, non sia ritenuta tale.
Tornando però alle parole dell’assessore Tosi, mi vorrei soffermare su una frase che ritengo importante e che dovrebbe fare riflettere non solo quelli di Attac, ma tutti coloro che si oppongono a questa decisione.
Egli dice: “Voluta non per discriminare gli stranieri, avere uno sportello dedicato solo agli immigrati era una scelta inutile e discriminatoria, quasi in stile apartheid”.
Forse è così che andrebbe intesa tale scelta.
Cos’è che danneggia maggiormente la ricerca di ciò che è bene per l’uomo, e cioè l’etica?  L’obbligo per gli immigrati di mettersi in coda agli sportelli utilizzati anche dagli italiani, oppure l’esistenza di uno sportello solo per loro? Io credo la seconda, che mi ricorda molto la Population Registration Act, legge che imponeva ai cittadini di essere registrati in base alle loro caratteristiche razziali. Accadeva in Sud Africa nel ’48.
Tutto questo per rispondere ad Attac che più che distrazione di massa, come indicano loro nell’articolo, io parlerei di un raggiro ai danni del cittadino, da parte degli antagonisti, sulle vere ragioni per cui questa decisione ha del positivo.
E non importa se poi questa scelta fa felice chi sulla questione immigrazione ci fa da sempre campagna elettorale, ciò che conta è aver eliminato un’ombra razziale che gravava sulla nostra morale, a insaputa di tutti, da troppo tempo.  

sabato 16 gennaio 2016

Cementificazione: Como terza in Lombardida che detiene il primo posto nel paese. Italia Regina d'Europa





Il mercato edilizio sarà anche in crisi ma la cementificazione del territorio Italiano è a livelli mai visti prima. Negli ultimi vent’anni abbiamo perso il 15% di campagna. La Lombardia è al primo posto della classifica con il 10% di territorio deturpato. Siamo primi in Europa! Una prima posizione saldamente mantenuta dal dopoguerra fino ai giorni nostri, una posizione che dovrebbe farci vergognare, una necessità (quella di dover costruire in continuazione) di cui non si comprendono le ragioni, se non quelle speculative.
In uno Stato dove la popolazione, da diversi anni ormai, è ridotta a crescita zero, si fabbricano centinaia di alloggi, come se non bastassero quelli esistenti per un’eccessiva e fantomatica richiesta. 
Neanche 'l'inutile strage' della Prima Guerra Mondiale aveva portato ad un bilancio demografico come quello emerso oggi dal report Istat riferito al 2014. – scrive Repubblica -  Dati allarmanti, che raffigurano un Paese ormai sempre più vecchio (età media 44,4 anni), un inesorabile crollo delle nascite (-12mila nati rispetto al 2013).
Nemmeno i flussi migratori sono stati capaci di incrementare la popolazione Italiana, e allora la domanda che ci sorge spontanea è: per chi si costruisce?
La crisi del mercato immobiliare non tornerà mai più ai livelli pre-crisi, sostiene  un'analisi di Bankitalia sul mercato immobiliare, e afferma che la causa, oltre ai problemi di accesso al credito per giovani e stranieri, è senza dubbio alcuno il contesto demografico meno favorevole del passato. Motivi per cui oggi la gran parte delle imprese edilizie sono in crisi e molte di queste hanno già chiuso i battenti.
Da parte sua, lo Stato Italiano, non resta certo a guardare e con il pretesto di salvare le migliaia di artigiani, operai e professionisti del settore s’impegna in un quanto meno sospettoso intervento a favore dell’edilizia: Sblocca Italia, un pacchetto liberalizzazioni, nel quale trovano spazio anche nuove agevolazioni fiscali in favore delle imprese che operano nel settore dell’edilizia. SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) moduli unificati e semplificati per la presentazione dell’istanza del permesso di costruire.
Insomma, è un invito, quello dei parlamentari che hanno lavorato a questa legge, a costruire e costruire nel nome di una ripresa economica che trasformerà, in pochi anni, il più bel giardino d’Europa tra i luoghi più cementificati, deturpati e inquinati.

Il Lago di Como è un esempio lampante di quello che sta accadendo. Il lago definito tra i più belli al mondo somiglia già, in alcune coste, a un’orribile periferia milanese. Solo grazie alle ripetute zone scoscese di montagna i danni si sono potuti limitare, grazie alle pendenze il lago fortunatamente si difende da solo, ma a quanto pare non basta più.
L’ingegneria edile è arrivata a dei livelli altissimi capaci di costruire, perforare, demolire rocce per mezzo di speciali malte, recuperare volume inesistente e tanto altro di cui il sottoscritto ne è allo scuro perché non competente, che anche le zone più impervie pare diventino adatte alla costruzione di un edificio.
E se piccole e medie imprese muoiono perché non all’avanguardia, i grandi costruttori ingrassano a loro spese e a spese di tutti.
Di ecomostri sul lago, sostenuti indirettamente dallo Stato e le sue leggi, se ne contano diversi.
I nomi delle grosse imprese che hanno partorito tali scempi su tutto il territorio pare siano riconducibili a pochi, e quasi mai si occupano di ristrutturazione. Prediligono il nuovo e amano pubblicizzare i loro mostri con frasi a effetto come: si vendono prestigiosi appartamenti.
Ci chiediamo quale prestigio possa esserci nel contribuire, con l’acquisto di una casa nuova in un giardino immacolato, alla devastazione di un luogo scelto proprio per le sue bellezze naturali. Ma aimè, sappiamo della scarsa mentalità ambientalista che affligge l’Italia e difficilmente ci stupiamo anche davanti all’amico che, acquistando casa fuori dal borgo, perché luogo fantastico, ti fa notare il suo buon gusto per la scelta del capitolato quando la casa era ancora in costruzione.
E allora non ci resta che rivolgerci allo straniero, che qui sul lago di Como sempre più spesso acquista la sua casa vacanze; non riuscendo a fermare tutto ciò chiediamo, supplichiamo: per amore del luogo che tanto decantate, in difesa dell’investimento che qui intendete fare, non acquistate il nuovo!
Aiutateci a risollevare le sorti di borghi abbandonati, insegnate all’italiano medio il significato di bello.
Anche grazie al vostro aiuto fermeremo tutto questo, solo trasformando nuove edificazioni in enormi buchi nell’acqua a discapito di aziende devastatrici potremmo salvare il più bel lago. Fatelo in nome dell’amore che avete per voi stessi, perché possa un giorno riemergere dalle acque del lago da voi scelto regalando ai vostri figli, ai vostri nipoti e alle future generazioni un’immagine e un ricordo di voi in armonia con l’educazione e il rispetto che da sempre vi ha caratterizzato.

sabato 9 gennaio 2016

Lago di Como - Il business sulle idroelettriche passa anche per Cremia

Il paesaggio sia bene primario e assoluto e la sua tutela sia quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente rilevante, sia di carattere pubblico che privato. (Consiglio di Stato sez. IV, 29 aprile 2014, n. 2222)
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. (Art. 9 della Costituzione Italiana)
Basterebbe leggere questi due importanti articoli per accorgersi che la necessità di realizzare in tempi rapidi degli impianti a energia pulita, a nome dell’ambiente e degli stessi articoli sopra citati, è in alcuni casi un pretesto per accedere a incentivi in scadenza messi a disposizione da uno Stato con le idee poco chiare a riguardo