mercoledì 12 ottobre 2016

Save the Children:opportunità di crescita per le ragazze, Italia tra i primi 10 paesi al mondo. Analisi delle contraddizioni



Save the Children, in occasione della giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, ha analizzato le opportunità di crescita e sviluppo delle bimbe in 144 Paesi. Una classifica dei paesi dove nascere femmina è un vantaggio. La cosa sorprendente è che l’Italia è stata inserita tra i primi 30 paesi, esattamente alla 10° posizione. Davanti a paesi come la Francia, la Gran Bretagna, Germania, Spagna. I criteri utilizzati sono: spose minorenni, gravidanze adolescenziali, mortalità materna, parlamentari donne (rispetto agli uomini), istruzione.
Classifica che la dice lunga sulle donne italiane, e in parte sul nostro paese da molti considerato come patriarcale.  Se è pur vero che si tratta di un sondaggio rivolto all’infanzia e non alle donne adulte, è altrettanto vero che l’infanzia è di vitale importanza nel processo di formazione in un individuo.
Ragion per cui è dato presupporre che le donne del nostro paese siano persone con una quantomeno più che buona personalità. Non possiamo dire lo stesso degli uomini considerato il crescente femminicidio perpetrato contro le donne.  Se analizziamo questi due fattori, femminicidio e patriarcale, tenendo  in considerazione le opportunità di crescita e la classifica di Save the Cildren, non possiamo non percepire una contraddizione per ciò che riguarda l’Italia. Eppure, osando in un’analisi più approfondita, si potrebbe arrivare alla conclusione che i fattori abbiano una connessione tra loro.
La più semplice da individuare la troviamo nella parola patriarcale; relativa al capo famiglia, all’anziano maschio che governa la famiglia. E poiché nella nostra cultura la famiglia è importante e le donne, già dalla tenera età, sono fondamentali per una buona gestione e successo, si spiega l’opportunità di crescita quasi pretesa, dal padre così come dalla madre.
Femminicidio; non facile da spiegare, da comprendere e impossibile da accettare. Una ferita sempre aperta nel nostro paese, difficile da debellare fin quando si avrà l’idea che amore significhi possesso.
Mi azzardo però a esaminare ed esporvi un mio pensiero a riguardo, che va oltre l’ottusa gelosia che, nella maggior parte dei casi, è movente di femminicidio. La forza e l’indipendenza femminile, l’intelligenza, la cultura e la maturità precoce sono gli effetti ottenuti con una giusta opportunità di crescita. L’uomo medio impreparato oggi difficilmente le regge, quello arretrato reagisce con la forza.
Arrivo alla conclusione che festeggiare le donne, imporre quote rosa o semplicemente concentrare tutte le nostre attenzioni, tutti i nostri sforzi per elogiare e difendere la donna sia relativamente utile, per quanto affascinante. Per assurdo è sull’uomo che dovremmo concentrarci e sulla sua opportunità di crescita e sviluppo, se realmente vogliamo difendere le donne.

martedì 11 ottobre 2016

Bracconaggio: in Italia 8 milioni di volatili uccisi ogni anno. Primato che tocca anche il Lago di Como mentre il controllo sul bracconaggio della provincia è a rischio



In Italia ogni anno vengono uccisi illegalmente otto milioni di volatili. I dati sono stati diffusi dal Wwf in occasione delle giornate oasi aperte del 2 ottobre scorso. Aquile, cicogne, falchi, civette, gufi o il rarissimo ibis eremita, sono vittime di un bracconaggio made in Italy che coinvolge tutta la penisola. Nelle valli bresciane si catturano i passeriformi; nelle isole di Ischia e Procida si aspetta il periodo di migrazione per sparare a milioni di piccoli volatili; nelle isole Pontine si spara ai delfini; lungo l’Appennino tosco-emiliano ai lupi e ai rapaci, in Sardegna tocca ai cervi e ai passeriformi. Nello Stretto di Messina, attraversato ogni anno da 30-45mila uccelli migratori, non è stata ancora debellata completamente l’uccisione illegale di rapaci, cicogne, gru. Mentre lungo le coste sarde e nel Canale di Sicilia si pesca illegalmente il pesce spada.
Secondo i dati della BirdLife International sono 25 milioni i volatili catturati o uccisi ogni anno nella regione del Mediterraneo, E indovinate un po’ quale paese resta saldamente in cima alla classifica? L’Italia naturalmente, con un bracconaggio che varia dai 3,4 ai 7,8 milioni di uccelli, poi c’è l’Egitto (tra i 700mila e i 10,6 milioni), e la Siria (tra i 2,9 e i 4,9 milioni). 
L’Italia, da ponte naturale tra Europa e Africa per rotte migratorie, si trasforma così in trappola mortale, anche per i volatili che qui hanno casa.
Perfino il Lago di Como e le sue splendide montagne sono una trappola. Passeriformi, cervi, cinghiali, e aquile sono prede dei più perfidi bracconieri.
Evitando di raccontare la macabra fine dei cervi e dei cinghiali che qui finiscono nelle cucine dei ristoranti, del bracconaggio notturno che sento nell’eco di colpi d’arma da fuoco che giunge dalla valle, mi soffermo sulle aquile.
E’ storia recente quella di un’aquila reale ritrovata impallinata nella Riserva Naturale del Lago di Piano. L’animale, con un’età stimata intorno ai dieci anni, oltre a presentare ferite da arma da caccia, appariva denutrito e con un inizio di pododermatite, una patologia che colpisce le zampe degli uccelli, in particolare quelli tenuti in gabbia. Dettaglio che fa presupporre che sia stato detenuto in cattività fino alla denutrizione.
Dopo la riabilitazione, l’animale, ormai non più in grado di tornare alla vita libera, ha trovato accoglienza presso l’Oasi di Sant’Alessio a Pavia, un parco faunistico dotato di grandi voliere adatte ai rapaci. L’aquila reale ha così perso la magia del volo e passerà il resto dell’esistenza in una voliera, mentre noi, con le valli e il territorio, perdiamo.

Tutto questo accade mentre nella provincia di Como il servizio di controllo bracconaggio è a rischio. Con lo smembramento delle province i ventinove agenti di vigilanza saranno costretti a migrare lasciando scoperto il controllo del territorio. Dopo trent’anni di attività ittico venatoria, gli agenti si ritroveranno a fare i vigili in qualche comune mentre la flora e la fauna perdono un servizio fondamentale. Con il pasticcio delle province, la paradossale e assurda situazione degli accorpamenti ha prodotto una drastica diminuzione dei già irrisori controlli sul bracconaggio effettuati dai pochissimi uomini a disposizione su un vasto territorio. E i bracconieri esultano!  

lunedì 10 ottobre 2016

Isis: decreto contro i gatti, inizia lo sterminio a Mousul



A Mousul l'Isis vieta la presenza di gatti nelle case. L’organizzazione terroristica ha emesso un decreto di legge islamica contro la presenza dei gatti all'interno delle case. Secondo L’Isis i gatti andrebbero contro la visione l'ideologia e le credenze jihadiste. La nuova legge ordina la loro uccisione e promette di non fare sconti a nessuno.
Il nuovo delirio dell’organizzazione terroristica è servito.  Una legge che va contro ogni logica, addirittura contro lo stesso islam, a dimostrazione che l’Isis poco a che a vedere con la vera religione islamica. Unica consolazione per chi da sempre si è battuto contro l’islamofobia. L'Islam, infatti, considera i gatti animali puri e persino benedetti.   
E allora perché questa disgustosa mossa a sorpresa contro i gatti quando fino a poco tempo fa gli stessi soldati dell’Isis pubblicavano foto in compagnia dei teneri animali sui loro profili social? Che forse la tattica della tenerezza verso gli animali e l’odio verso gli uomini infedeli hanno smesso di produrre consensi? Non crediamo che l’uccisione di gatti possa mai creare consensi, al contrario. La rabbia di chi ama questi teneri animali e gli animali in generale, di fronte a notizie del genere, non può che esplodere in parole di condanna verso questi carnefici a tutto tondo.
Ciò che si vuole uccidere è la sensibilità dei loro concittadini, di quelli che ancora sanno amare, per sostituirla con l’odio. E non solo, ha tutto l’aspetto di un’ennesima azione contro l’occidente. Mentre in occidente si attuano leggi per i diritti e la tutela degli animali, a Mousul si uccidono per legge. Un modo come un altro per attaccare i nostri valori, le nostre conquiste, che non sono certamente quelle dell’umanità intera, ma che aprono varchi verso un mondo migliore? Sì, forse per noi, ma chi come loro è contrario e si batte perché ciò non avvenga, a tal punto da contraddire le parole di Maometto su cui si fonda tutta la loro azione, non conosce scrupoli.
Già dimostrato con la cultura abbattendo monumenti storici e ottenendo così l’aspro dissenso del nemico, ora è la volta degli animali, di quelli domestici, dei nostri più teneri amici che solo in Europa occupano il 60% delle abitazioni, secondo le statistiche.
Insomma, duecento milioni di animali domestici nella sola Europa pare abbiano fatto impressione a quelli dell’Isis, tanto da decretarne uno sterminio in casa loro per il semplice gusto della ripicca.

domenica 9 ottobre 2016

Alimentazione. Spreco alimentare pari a 1000 miliardi di dollari l'anno. La colpa è solo dei consumatori?



Ogni anno solo in Italia lo spreco alimentare è pari a 12 miliardi di euro spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, citando i nuovi dati del report Waste Watcher e Fusions (Last Minute Market / Swg / UnIbo). Il livello globale invece si aggira attorno ai mille miliardi di dollari l’anno.
Le ragioni, secondo Segré, sono da attribuire essenzialmente a un insufficiente controllo e attenzione sugli acquisti alimentari da parte dei consumatori. L’happening “In the name of Africa”, copromosso da Cefa Onlus e dalla campagna “Spreco Zero” di Last Minute Market che ha riempito piazza Duomo a Milano nei giorni scorsi aveva per l’appunto come tema lo spreco alimentare e la fame nel mondo.
Una buona iniziativa di cui credo se ne dovrebbe parlare più spesso a cominciare dalle scuole elementari, e non soltanto per ciò che riguarda lo spreco alimentare. Le società del consumismo, e cioè le nostre, quelle occidentali in prima fila, oltre a una sana educazione consumistica, dovrebbero forse riproporre antichi valori ai figli del consumismo. Individui nati e cresciuti con la certezza che tutto è acquistabile e nulla ha valore perchè facile da reperire o da riacquistare. Con l’avvento del benessere si sono sgretolati alcuni principi per cedere il posto a beni materiali, di consumo, incapaci di bilanciare o colmare il vuoto che hanno trovato.
Sostituire la grandezza di un’idea immateriale forte e duratura con elementi materiali e di consumo non è per nulla facile se non impossibile, L’uomo d’oggi, che non conosce altro che questo, in parte si ritrova solo. Attraverso il consumo e l'abbondanza si illude forse di placare quell’ansia che lo abita con la perdita dei valori?.
Che sia un bene parlarne ed educare è fuori discussione, ma farci credere che quei 12 miliardi di spreco alimentare siano imputabili solo alla cattiva attenzione sugli acquisti, e dunque ai cittadini, è in parte una menzogna. Quanto sono responsabili, di quei 12 miliardi di euro, le catene alimentari, le aziende alimentari e tutte le attività che vi girano intorno? Avere scaffali con prodotti in scadenza sempre pieni, carne e pesce sui banconi sempre freschi, produrre pane brioche tutti i giorni per ipotetici acquirenti, tutto questo è consumato realmente ogni giorno? E’ necessario macellare migliaia di animali per riempire i banconi di tutti i supermercati del mondo nella speranza che siano venduti?
Io credo che no, che una grossa fetta di quei 12 miliardi nazionali o 1000 globali siano più attribuibili alle catene alimentari che al popolo, e che bisognerebbe denunciare anche questo oltre che alle cattive abitudini degli spreconi se vogliamo essere obiettivi e tentare di risolvere il problema. Perché altrimenti il rischio è di apparire come deboli con i forti e cioè con chi fa veramente i numeri che contano, e gli sprechi continuerebbero a esistere.

sabato 8 ottobre 2016

San Francisco imita Pisa e la sua Torre. La Millennium Tower sprofonda di 40 centimetri



Il popolo degli Stati Uniti è talmente innamorato del nostro paese e della sua architettura che in più occasioni si è imbattuto in tentativi imitatori con costruzioni del tutto o in parte simili alle nostre.
Alcune di queste richiamano volutamente le nostre città simbolo, come la piccola Venezia costruita a Las Vegas, o la stessa San Francisco con edifici che le danno un’aria tutta europea e tram milanesi che l'attraversano. Gusti che dovrebbero renderci orgogliosi di appartenere a un paese che, per quanto in decadenza per cause non legate alla nostra creatività, è imitato, richiesto, desiderato.
La cosa sorprendente è che alle volte è la natura stessa ad arrivare dove l’uomo non può, o quando l’uomo sbaglia. E’ il caso di San Francisco e dello scandalo sulle torri. Un grattacielo di lusso in pieno centro, la Millennium Tower, sta sprofondando pendendo verso nordovest.
Ironizzando sul problema si potrebbe affermare che ora anche gli Stati Uniti hanno la loro Torre di Pisa, e uno degli avvocati che rappresentano gli abitanti della torre pendente di San Francisco nella class action che è partita ad agosto ironizza proprio su questo al quotidiano britannico Steven Blum. Non esistono precedenti in tutto il paese e un’inclinazione simile, diciotto centimetri, può ricordare solo la nostra amata Torre di Pisa.
Ma purtroppo per gli americani esiste una differenza sostanziale tra la nostra e la loro torre inclinata. Tralasciando tutto ciò che riguarda epoca, stile storia e duratura che nel caso loro è ancora tutta da dimostrare, e continuando a ironizzare, vorrei soffermarmi sul lato prettamente economico, fattore che credo tra l’altro stia molto a cuore agli americani.
La Torre più alta della città costruita in una baia con continue attività sismiche sotterranee, la Millennium Tower, 58 piani e 420 appartamenti di lusso sprofonda di 40 centimetri sotto il suo stesso peso e s’inclina di 18 in soli sette anni.  La svalutazione dell’intero stabile è la prima e immediata conseguenza, appartamenti del valore di 9 milioni oggi valgono 3, e in alcuni casi, origine la paura, 0.
La Torre pendente più famosa al mondo, costruita nel dodicesimo secolo, oltre a essere ancora in piedi ha un valore inestimabile.
Tornando seriamente al problema, il mio augurio, e credo l’augurio di tutti quelli che hanno a cuore la vita delle famiglie che vi abitano, l’ambiente e perché no, i denari spesi, è che sia risolto al più presto un problema che rischia di trasformarsi in tragedia, ma soprattutto che vengano da subito attuate delle restrizioni su costruzioni che su quella terra sismica non dovrebbero mai sorgere.