La comunicazione è importante certo, soprattutto quando si
tratta di esprimere il proprio disappunto nei confronti del nostro
interlocutore. A maggior ragione quando l’interlocutore in questione è il
sindaco o l’amministrazione della nostra città o paese che sia.
Qui sul lago di Como, dove da soli due anni risiedo,
hanno uno strano modo di comunicare il loro disappunto. Soprattutto contro le
politiche dell’amministrazione. In soli due anni ho visto bruciare tre
macchine, delle quali una sotto casa. Fortunatamente non mia anche se,
considerate le pesanti parole cui sono avvezzo a scrivere per denunciare cattive
abitudini locali, è un rischio che mi appartiene.
L’ultima auto bruciata in ordine di tempo è quella del
sindaco di Sorico, il povero Ivan Tamola. Nella notte del 5 ottobre 2016 riceve
il disappunto. La sua auto è data in fiamme proprio davanti casa sua, nei
pressi di una tettoia di legno che viene anch’essa danneggiata con il rischio
di incendiare l’intera casa. A messaggio ricevuto il sindaco si difende
contrattaccando: “Andiamo avanti!” commenta deciso.
Non possiamo che sostenere il sindaco nella sua
battaglia, qualunque essa sia, e augurargli tutta la fermezza e il coraggio che
sta dimostrando contro ignoti (al momento) che tendono a minare la democrazia e
l’intelligenza.
La cosa a mio avviso grave è sì l’atto in se stesso ma
soprattutto la sua ripetizione nello stesso comune e sempre nei confronti del
sindaco di turno. Quello che mi viene da pensare è come questo paese, chiamato
Italia, nelle cose peggiori si somigli in maniera disarmante da nord a sud, da
est a ovest. Credo bisognerebbe farlo sapere a quelli della Lega Nord che qui di
voti ne prendono ancora molti, troppi.
Neanche in Campania ho assistito ha un così ampio falò di
auto in così poco tempo. La comunicazione sarà anche la stessa e l’ignoranza
pure ma se si ha la convinzione che bruciare un’auto diventi il modo più
semplice per ottenere ciò che si pretende anche quando si ha per assurdo ragione,
e lo si fa anche per futili ragioni o torti subiti (come pare sia accaduto al
malcapitato del mio vicino), si ha gravemente torto. E non solo, utilizzare metodi antiquati come
bruciare un’auto per intimidire non risolve nulla e costringe un sindaco,
schiacciato dalle telecamere della credibilità, a dimostrare sia la propria
estraneità da loschi pensieri che facilmente sorgono tra i cittadini di fronte
ad atti vandalici di questo tipo, sia la propria capacità nel combattere gesti
oserei dire ripugnanti.
In questo modo il risultato ottenuto è il nulla, se non un inasprimento del problema per cui l’atto vandalico è stato innescato.
In questo modo il risultato ottenuto è il nulla, se non un inasprimento del problema per cui l’atto vandalico è stato innescato.
Motivo per il quale io consiglierei a tutti i malviventi,
perché questo sono, di cambiare tattica ricordandogli che non esiste arma
migliore che un foglio e una penna. Bisogna dedicarsi un po’ alla scrittura e
alla lettura me ne rendo conto, ma con un po’ d’impegno forse un giorno anche
voi potrete dire “Gli ho scritto e abbiamo trovato un accordo”.
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