venerdì 7 ottobre 2016

Lago di Como - Sorico. Brucia l'auto del sindaco, intimidazioni all'ordine del giorno.



La comunicazione è importante certo, soprattutto quando si tratta di esprimere il proprio disappunto nei confronti del nostro interlocutore. A maggior ragione quando l’interlocutore in questione è il sindaco o l’amministrazione della nostra città o paese che sia.
Qui sul lago di Como, dove da soli due anni risiedo, hanno uno strano modo di comunicare il loro disappunto. Soprattutto contro le politiche dell’amministrazione. In soli due anni ho visto bruciare tre macchine, delle quali una sotto casa. Fortunatamente non mia anche se, considerate le pesanti parole cui sono avvezzo a scrivere per denunciare cattive abitudini locali, è un rischio che mi appartiene.
L’ultima auto bruciata in ordine di tempo è quella del sindaco di Sorico, il povero Ivan Tamola. Nella notte del 5 ottobre 2016 riceve il disappunto. La sua auto è data in fiamme proprio davanti casa sua, nei pressi di una tettoia di legno che viene anch’essa danneggiata con il rischio di incendiare l’intera casa. A messaggio ricevuto il sindaco si difende contrattaccando: “Andiamo avanti!” commenta deciso.
Non possiamo che sostenere il sindaco nella sua battaglia, qualunque essa sia, e augurargli tutta la fermezza e il coraggio che sta dimostrando contro ignoti (al momento) che tendono a minare la democrazia e l’intelligenza.
La cosa a mio avviso grave è sì l’atto in se stesso ma soprattutto la sua ripetizione nello stesso comune e sempre nei confronti del sindaco di turno. Quello che mi viene da pensare è come questo paese, chiamato Italia, nelle cose peggiori si somigli in maniera disarmante da nord a sud, da est a ovest. Credo bisognerebbe farlo sapere a quelli della Lega Nord che qui di voti ne prendono ancora molti, troppi.
Neanche in Campania ho assistito ha un così ampio falò di auto in così poco tempo. La comunicazione sarà anche la stessa e l’ignoranza pure ma se si ha la convinzione che bruciare un’auto diventi il modo più semplice per ottenere ciò che si pretende anche quando si ha per assurdo ragione, e lo si fa anche per futili ragioni o torti subiti (come pare sia accaduto al malcapitato del mio vicino), si ha gravemente torto.  E non solo, utilizzare metodi antiquati come bruciare un’auto per intimidire non risolve nulla e costringe un sindaco, schiacciato dalle telecamere della credibilità, a dimostrare sia la propria estraneità da loschi pensieri che facilmente sorgono tra i cittadini di fronte ad atti vandalici di questo tipo, sia la propria capacità nel combattere gesti oserei dire ripugnanti.
In questo modo il risultato ottenuto è il nulla, se non un inasprimento del problema per cui l’atto vandalico è stato innescato.
Motivo per il quale io consiglierei a tutti i malviventi, perché questo sono, di cambiare tattica ricordandogli che non esiste arma migliore che un foglio e una penna. Bisogna dedicarsi un po’ alla scrittura e alla lettura me ne rendo conto, ma con un po’ d’impegno forse un giorno anche voi potrete dire “Gli ho scritto e abbiamo trovato un accordo”.

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