Il 10 Settembre è stato presentato al pubblico, in
occasione della festa del borgo a Tremezzo, il Museo del Paesaggio del Lago di
Como. «Non ancora un’inaugurazione – ha tenuto a precisare il sindaco Guerra -,
soltanto una presentazione in vista dell’apertura ufficiale, in programma per
la prossima stagione estiva».
Il museo è ancora chiuso, tutti ne parlano (guide
comprese) ma l’apertura al pubblico la vedremo soltanto nel 2017. Ben sette anni
dopo l’avviso di gara pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, datato 13/10/2010, avviso di gara che indicava come termine lavori un periodo di 360 giorni con un importo complessivo di spesa di 1.097.635 euro!
Dicevamo, il museo è ancora chiuso ma pare abbia già un
direttore, Marco Leoni, che giustamente sollecita il comune all’acquisto, o in
contratti di comodato d’uso, di oggetti o opere d’arte che andranno ad
allestire il tanto atteso Museo del Paesaggio. Sì perché il sindaco Guerra ci
tiene a essere ricordato come uomo di cultura, difensore della terra, amante
del paesaggio e delle sue origini. Motivi che lo stanno spingendo in un nuovo e
ambizioso sogno: candidare la Tremezzina a Capitale Italiana della Cultura nel
2019! Niente meno!
Capitale della Cultura capite? Un paese dove non s’incontra
una libreria neanche a pagarla, dove la graziosa ma unica biblioteca di Lenno è
sempre deserta, dove le gallerie d’arte sono inesistenti e per visitare una
mostra seria (da Como a Dongo) non ci resta che Villa Carlotta, un comune in
cui gli eventi, in programma nella stagione estiva, si limitano a musica,
bancarelle e fuochi d’artificio. Ho paura, signor sindaco, che per candidare un
comune a Capitale Italiana della Cultura serva più impegno di quanto creda, ma
per sognare ne serve davvero poco.
Insomma, alla fine sono stati spesi milioni di euro e otto anni
per restaurare una villa (forse eccessivi), senza capire bene cosa avrà poi la
fortuna di visitare il malcapitato che per entrare sarà certamente costretto a
pagare un biglietto. Fotografie, stampe, vecchi attrezzi, piante e piantine?
E poi lasciatemelo dire: Il Museo del Paesaggio! Con tutto
il paesaggio e i borghi rurali disponibili gratuitamente!
Di chi sarà mai stata la geniale idea? Un museo per l’era
post nucleare? O forse meglio dire post cementizia? Un Museo per quando il paesaggio verrà totalmente
inghiottito dall’egoismo umano che qui su questa splendida terra i palazzinari
più ingordi hanno sede? Beh almeno ci resterà un Museo dedicato al paesaggio,
alle magnificenze del luogo, o almeno di quello che ancora a noi appare. Ma
forse, grazie al Museo, alle vecchie foto, stampe e immagini multimediali che qui verranno esposte,
qualcuno si accorgerà dei danni ambientali inflitti negli ultimi trent’anni a
questa terra, e Lenno ne è l’esempio. E allora il grande desiderio di Guerra di
essere ricordato come uomo di cultura e difensore della terra, amante del
paesaggio e delle origini vacillerà di fronte al suo primo e grande sogno; la
variante.
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