mercoledì 5 ottobre 2016

Lago di Como - Tremezzina: dopo otto lunghi anni e milioni di euro spesi il Museo del Paesaggio è quasi pronto.



Il 10 Settembre è stato presentato al pubblico, in occasione della festa del borgo a Tremezzo, il Museo del Paesaggio del Lago di Como. «Non ancora un’inaugurazione – ha tenuto a precisare il sindaco Guerra -, soltanto una presentazione in vista dell’apertura ufficiale, in programma per la prossima stagione estiva».
Il museo è ancora chiuso, tutti ne parlano (guide comprese) ma l’apertura al pubblico la vedremo soltanto nel 2017. Ben sette anni dopo l’avviso di gara pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, datato 13/10/2010, avviso di gara che indicava come termine lavori un periodo di 360 giorni con un importo complessivo di spesa di 1.097.635 euro!
Dicevamo, il museo è ancora chiuso ma pare abbia già un direttore, Marco Leoni, che giustamente sollecita il comune all’acquisto, o in contratti di comodato d’uso, di oggetti o opere d’arte che andranno ad allestire il tanto atteso Museo del Paesaggio. Sì perché il sindaco Guerra ci tiene a essere ricordato come uomo di cultura, difensore della terra, amante del paesaggio e delle sue origini. Motivi che lo stanno spingendo in un nuovo e ambizioso sogno: candidare la Tremezzina a Capitale Italiana della Cultura nel 2019! Niente meno!
Capitale della Cultura capite? Un paese dove non s’incontra una libreria neanche a pagarla, dove la graziosa ma unica biblioteca di Lenno è sempre deserta, dove le gallerie d’arte sono inesistenti e per visitare una mostra seria (da Como a Dongo) non ci resta che Villa Carlotta, un comune in cui gli eventi, in programma nella stagione estiva, si limitano a musica, bancarelle e fuochi d’artificio. Ho paura, signor sindaco, che per candidare un comune a Capitale Italiana della Cultura serva più impegno di quanto creda, ma per sognare ne serve davvero poco.
Insomma, alla fine sono stati spesi  milioni di euro e otto anni per restaurare una villa (forse eccessivi), senza capire bene cosa avrà poi la fortuna di visitare il malcapitato che per entrare sarà certamente costretto a pagare un biglietto. Fotografie, stampe, vecchi attrezzi, piante e piantine?
E poi lasciatemelo dire: Il Museo del Paesaggio! Con tutto il paesaggio e i borghi rurali disponibili gratuitamente!
Di chi sarà mai stata la geniale idea? Un museo per l’era post nucleare? O forse meglio dire post cementizia? Un Museo per quando il paesaggio verrà totalmente inghiottito dall’egoismo umano che qui su questa splendida terra i palazzinari più ingordi hanno sede? Beh almeno ci resterà un Museo dedicato al paesaggio, alle magnificenze del luogo, o almeno di quello che ancora a noi appare. Ma forse, grazie al Museo, alle vecchie foto, stampe e immagini multimediali che qui verranno esposte, qualcuno si accorgerà dei danni ambientali inflitti negli ultimi trent’anni a questa terra, e Lenno ne è l’esempio. E allora il grande desiderio di Guerra di essere ricordato come uomo di cultura e difensore della terra, amante del paesaggio e delle origini vacillerà di fronte al suo primo e grande sogno; la variante.

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