domenica 9 ottobre 2016

Alimentazione. Spreco alimentare pari a 1000 miliardi di dollari l'anno. La colpa è solo dei consumatori?



Ogni anno solo in Italia lo spreco alimentare è pari a 12 miliardi di euro spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, citando i nuovi dati del report Waste Watcher e Fusions (Last Minute Market / Swg / UnIbo). Il livello globale invece si aggira attorno ai mille miliardi di dollari l’anno.
Le ragioni, secondo Segré, sono da attribuire essenzialmente a un insufficiente controllo e attenzione sugli acquisti alimentari da parte dei consumatori. L’happening “In the name of Africa”, copromosso da Cefa Onlus e dalla campagna “Spreco Zero” di Last Minute Market che ha riempito piazza Duomo a Milano nei giorni scorsi aveva per l’appunto come tema lo spreco alimentare e la fame nel mondo.
Una buona iniziativa di cui credo se ne dovrebbe parlare più spesso a cominciare dalle scuole elementari, e non soltanto per ciò che riguarda lo spreco alimentare. Le società del consumismo, e cioè le nostre, quelle occidentali in prima fila, oltre a una sana educazione consumistica, dovrebbero forse riproporre antichi valori ai figli del consumismo. Individui nati e cresciuti con la certezza che tutto è acquistabile e nulla ha valore perchè facile da reperire o da riacquistare. Con l’avvento del benessere si sono sgretolati alcuni principi per cedere il posto a beni materiali, di consumo, incapaci di bilanciare o colmare il vuoto che hanno trovato.
Sostituire la grandezza di un’idea immateriale forte e duratura con elementi materiali e di consumo non è per nulla facile se non impossibile, L’uomo d’oggi, che non conosce altro che questo, in parte si ritrova solo. Attraverso il consumo e l'abbondanza si illude forse di placare quell’ansia che lo abita con la perdita dei valori?.
Che sia un bene parlarne ed educare è fuori discussione, ma farci credere che quei 12 miliardi di spreco alimentare siano imputabili solo alla cattiva attenzione sugli acquisti, e dunque ai cittadini, è in parte una menzogna. Quanto sono responsabili, di quei 12 miliardi di euro, le catene alimentari, le aziende alimentari e tutte le attività che vi girano intorno? Avere scaffali con prodotti in scadenza sempre pieni, carne e pesce sui banconi sempre freschi, produrre pane brioche tutti i giorni per ipotetici acquirenti, tutto questo è consumato realmente ogni giorno? E’ necessario macellare migliaia di animali per riempire i banconi di tutti i supermercati del mondo nella speranza che siano venduti?
Io credo che no, che una grossa fetta di quei 12 miliardi nazionali o 1000 globali siano più attribuibili alle catene alimentari che al popolo, e che bisognerebbe denunciare anche questo oltre che alle cattive abitudini degli spreconi se vogliamo essere obiettivi e tentare di risolvere il problema. Perché altrimenti il rischio è di apparire come deboli con i forti e cioè con chi fa veramente i numeri che contano, e gli sprechi continuerebbero a esistere.

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