sabato 9 gennaio 2016

Lago di Como - Il business sulle idroelettriche passa anche per Cremia

Il paesaggio sia bene primario e assoluto e la sua tutela sia quindi prevalente su qualsiasi altro interesse giuridicamente rilevante, sia di carattere pubblico che privato. (Consiglio di Stato sez. IV, 29 aprile 2014, n. 2222)
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. (Art. 9 della Costituzione Italiana)
Basterebbe leggere questi due importanti articoli per accorgersi che la necessità di realizzare in tempi rapidi degli impianti a energia pulita, a nome dell’ambiente e degli stessi articoli sopra citati, è in alcuni casi un pretesto per accedere a incentivi in scadenza messi a disposizione da uno Stato con le idee poco chiare a riguardo
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Quella che può apparire energia nel rispetto della natura, nel caso delle centrali idroelettriche, pare non lo sia. Per lo meno totalmente. Rispettare la natura e l’ambiente non significa solo emissioni zero.  La costruzione di questo tipo di centrali non la ritengo per niente rispettosa se non attuata con rigorose regole e criteri di sostenibilità. Possiamo definire sostenibile la costruzione di una centrale idroelettrica che porta alla riduzione o alla scomparsa di habitat adatti alla vita degli animali, perché utilizzati dall’uomo? Oppure la costruzione di una diga o vasca, negando ai pesci la loro libertà di nuotare? O ancora, con l’interruzione dello scorrere di materiali solidi naturali dei fiumi che sfociano nei laghi o nel mare dando luogo a fenomeni di erosione costiera? Io credo di no, E anche la Commissione europea che nei confronti dell’Italia ha aperto una procedura (EU Pilot 6011/14/ENVI) per verificare la corretta applicazione della Direttiva Quadro sulle Acque.
E poi c’è sempre la questione “acqua un bene comune”, ma se è un bene comune, e qualcuno ha deciso di sfruttarla per ricavarci energia elettrica, la comunità del luogo (almeno quella) avrà diritto ad accedere ai proventi? O basta fargli credere in un risparmio in bolletta che mai vedrà?
Sono migliaia le società che si sono lanciate nel business delle idroelettriche, in fondo questo paese è costellato di laghi e fiumi e allora… forti dell’idea che si è creata nella collettività riguardo la necessità di trovare fonti di energia alternative a quelle tradizionali, degli incentivi messi a disposizione dallo Stato, della priorità acquisita dal problema energia che supera anche quello della tutela dell’ecosistema e della biodiversità ambientale, forti di tutto questo, ottengono concessioni con estrema facilità in aree da ritenersi del tutto inadatte e prive di requisiti.
Anche sul lago di Como fioccano concessioni. Dopo il caso di San Siro, ecco quello di Cremia.
Giacomo Vanoni in qualità di Amministratore unico della Società Rinnovabili Service s.r.l. avente sede legale a Morbegno è uno dei tanti ad aver ottenuto una o più concessioni e, a seguire, incentivi. Un commerciante di accessori auto che ha fiutato oro? Sì, avete capito bene: un commerciante di auto, una categoria che ve la raccomando. Mi viene difficile pensare che non abbia altro che un interesse economico in questa faccenda, ma forse mi sbaglio; lo fa per l’ambiente e la collettività, fidatevi! Verrà onorato da un certificato verde per questo, anzi centinaia e tutti del valore di 120 erotti euro l’uno. Non male eh?
Nel mirino il torrente Quaradella. Dopo la costruzione della centrale di Edipower (nel dopoguerra) ecco un secondo progetto che prosciugherà, nei punti di prelievo, le acque di questo splendido torrente.
Mi piacerebbe chiedere alla dott. sa Paola Bassoli, responsabile del Servizio Risorse Territoriali (Settore Ecologia e Ambiente) della Provincia di Como, come ha fatto in così breve tempo a capire che, al torrente Quaradella, esistevano tutti i criteri per elargire al signor Giacomo Vanoni la concessione per la derivazione delle acque. Se pensate che la domanda per tale concessione è stata depositata in data 21 gennaio 2015, e che sulla scrivania della dottoressa poseranno per lo meno un centinaio di domande simili, (anzi che dico, forse più) e che per ogni richiesta credo sia d’obbligo una perlustrazione accurata del luogo, nonché lo studio di un tecnico per la fattibilità geologica conforme, vi chiedereste: perché tanta fretta in un paese dove la burocrazia, in normali condizioni, va a rilento?
Io una mezza risposta l’avrei, ma ho un gran desiderio di avere torto.
I 5,8 miliardi stanziati dallo stato per le rinnovabili elettriche stanno per terminare, chiosava Vittorio Chiesa, direttore dell'E&S Group nel 2015, e il decreto non prevedeva altri stanziamenti!
Ho paura che questa volta il signor Vanoni non abbia fatto un buon affare, si è svegliato tardi. Ho forse ha un’enorme fiducia nello Stato e spera in una nuova pioggia di soldi per le rinnovabili. E probabilmente ha anche ragione di sperare; i cittadini italiani sono sensibili alle fonti rinnovabili e pronti ad approvare un nuovo stanziamento per la felicità di tutti, compresa quella dei partiti politici capaci di guadagnare (voti) con gesti etici mal gestiti.

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