
Eppure, se è vero che la legge è uguale per tutti, anche questo genere di abusivismo andrebbe combattuto e fermato.
Nulla di strano fin qui, se la polizia locale trova un
italiano che vende frutta e verdura sul ciglio della strada senza permesso e
licenza, gli sequestra merce e gli redige un verbale. Ma con i senegalesi sembrerebbe
tutto più difficile. In quel caso l’auto della polizia non avrebbe neanche il
tempo di fermarsi che, in tempo zero, il venditore e la merce sparirebbero nel
nulla. Ogni amministrazione agisce come può, magari cercando semplicemente di contenere
certi fenomeni inventando e reinventando strategie che possano arginare
commercio e occupazione abusiva. Ma a volte capita che certe idee siano capaci
di suscitare polemiche com’è accaduto a Tirrenia con la “geniale” idea dell’assessore
Andrea Serfogli (Pd) che vuole proporre in consiglio comunale.
Dunque, per
arginare l’orda degli irregolari, ecco la pensata: una rete acchiappa
abusivi con il doppio scopo di bloccare gli irregolari e allontanarli dalla
pineta dove esiste un percorso fitness. La
proposta shock non è ancora entrata in consiglio comunale (e neppure in giunta,
pare) ma già sta facendo il giro della città, suscitando polemiche, anche
feroci, soprattutto nella sinistra radicale e nel mondo cattolico e
dell’associazionismo. Don Armando Zappolini parroco di Perignano e
presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, è esterrefatto.
«Parlerò ai parlamentari di questa proposta inqualificabile - dice sdegnato -
segno di una deriva assoluta. La rete mi ricorda il safari e anche qualcosa di
molto peggio. Un’assurdità assoluta».
C’è anche chi ricorda, però, che cosa accade a Tirrenia,
soprattutto nel periodo estivo. La scorsa estate, dopo un sequestro di un
migliaio di oggetti contraffatti, un vigile urbano fu assalito e finì
all’ospedale. «Rete o non rete qualcosa deve essere fatto a Tirrenia - dice un
commerciante - perché così è la fine del litorale. Eppure la nostra».
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